Vaccini sì, vaccini no… cosa ne sappiamo ad oggi?
Ne parliamo domani in una diretta instagram organizzata da Biotecnologie Scientifiche, vi aspettiamo!
ANBI sta seguendo con viva preoccupazione quanto sta avvenendo in tema di riordino delle professioni sanitarie così come configurato dalla legge 3/2018. Tale riordino, secondo le interpretazioni correnti promosse dagli Ordini, infatti andrebbe ad impattare in modo significativo non solo su chi realmente svolge una professione sanitaria, ma anche su tutti gli altri laureati, a partire da coloro che si occupano di ricerca o operano in industria, i quali sarebbero – secondo tale interpretazione – obbligati all’iscrizione all’Ordine diversamente da quanto avviene oggi.
ANBI ritiene che il ruolo degli Ordini sia fondamentale per garantire le attività professionali così come indicate dalla legge, ma ritiene altresì che l’iscrizione debba essere una libera scelta dei singoli laureati in tutte quelle situazioni professionali dove l’iscrizione non è obbligatoria ai sensi di legge.
ANBI si è sempre battuta affinché i biotecnologi che volessero esercitare le attività ricomprese nella legge istitutiva dell’Ordine dei Biologi potessero liberamente iscriversi, oggi analogamente si batte affinché chi ha fatto scelte professionali diverse non sia costretto a farlo.
Ricordiamo che tale interpretazione della revisione dell’ordinamento professionale, tuttora in corso, non interessa unicamente l’Ordine dei Biologi, ma anche la Federazione degli Ordini dei Chimici e dei Fisici, così come potenzialmente tutti gli altri Ordini vigilati dal Ministero della Salute.
Pertanto come Associazione Nazionale dei Biotecnologi Italiani facciamo nostra la petizione aperta dal prof. Ezio Puppin, professore di Fisica Generale presso il Politecnico di Milano, e vi invitiamo a sottoscriverla.
E’ possibile firmare a questo indirizzo: https://www.change.org/p/ministro-dell-istruzione-contro-l-obbligo-di-iscriversi-a-un-ordine-professionale-senza-motivo
Firenze 12/11/2018 – ANBI (Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani) e F.I.Bio. (Federazione Italiana Biotecnologi), le associazioni di riferimento dei biotecnologi italiani, sono state invitate ad intervenire al Forum dei giovani Biologi, organizzato dall’Ordine Nazionale dei Biologi lo scorso 8 novembre a Firenze.
Le Associazioni hanno accettato l’invito con l’intento di portare a conoscenza dell’Ordine quanto il corrente sistema ordinistico ancora non garantisca un pieno riconoscimento professionale ed una adeguata valorizzazione dei Laureati in Biotecnologie.
Durante il Forum si è però assistito a un attacco pubblico e diretto alle Associazioni dei Biotecnologi, proveniente in particolare dagli stessi membri dell’Ordine con i quali negli ultimi mesi si è avuta una interlocuzione positiva e pacata.
Tale attacco risulta ancor più incomprensibile alla luce del fatto che le Associazioni hanno più volte ribadito che non è in discussione il fatto che l’Ordine sia e resti l’Istituzione di riferimento per ciò che concerne le attività professionali svolte da biologi e biotecnologi e disciplinate dalla Legge.
Al contrario, l’Ordine dei Biologi sembra non voler riconoscere alle Associazioni dei Biotecnologi il diritto di poter lavorare in piena autonomia affinché le rivendicazioni dei biotecnologi e la loro valorizzazione professionale, dentro e fuori l’Ordine, trovino soddisfazione.
Ordini professionali ed Associazioni di categoria hanno ruoli, prerogative e funzioni differenti e così come non vi possono essere sovrapposizioni non possono esistere nemmeno subordinazioni.
Le Associazioni dei Biotecnologi inoltre trovano particolarmente preoccupanti diverse politiche portate avanti dall’Ordine tra le quali spiccano la volontà:
Alla luce di quanto qui delineato, ANBI e F.I.Bio si riservano di valutare le condizioni necessarie affinché possa aprirsi una nuova fase di dialogo che veda coinvolte con un ruolo di primo piano non solo l’Ordine e le Associazioni di Categoria, ma anche il Coordinamento Nazionale dei Corsi di Laurea in Biotecnologie, le Società Scientifiche, il mondo industriale e tutte le realtà a vario titolo interessate per garantire la più piena valorizzazione delle specificità del biotecnologo, per il bene del Paese.
ANBI e F.I.Bio si batteranno per questo e lavoreranno insieme nel miglior interesse dei biotecnologi, così come garantito dalla Costituzione.