Il virus è mutato e meno pericoloso, ecco perché ora ci sono tanti asintomatici!
In diversi, anche alcuni ricercatori, stanno rilanciando la notizia. Ma è vera?
Tutto nasce da un nuovo articolo scientifico, firmato da gente seria, che ha fatto una scoperta interessante, ma per capirla bene dobbiamo fare prima un passo indietro. Il virus è una “pallina di grasso” con dentro dell’RNA (il suo materiale genetico, più o meno come il DNA, però senza doppia elica, avendo un filamento solo), ma per attaccarsi all’ospite (noi) e per replicarsi (riprodursi) ha bisogno di alcuni attrezzi che gli diano una mano. Questi attrezzi sono proteine che vengono prodotte partendo dalle istruzioni presenti nell’RNA del virus. Se l’RNA del virus cambia, cambieranno anche queste proteine e, a seconda delle modifiche, potranno funzionare meglio o peggio.
Questo gruppo di ricercatori ha osservato che nella sequenza di RNA di alcuni #SARSCov2 (il virus della #Covid19) mancavano 9 lettere nel gene per produrre in particolare una di queste proteine: NSP1. Perché queste 9 letterine mancanti in quel gene hanno attirato l’attenzione dei ricercatori? Perché quella proteina è nota per essere responsabile della replicazione del virus e anche per mettere i bastoni tra le ruote al nostro sistema immunitario.Se quelle 9 letterine mancassero nel posto giusto, quindi, il virus POTREBBE replicarsi meno o farci meno male.
In effetti i ricercatori hanno fatto delle SIMULAZIONI e questa ipotesi SEMBRA essere sensata. Ottimo!
Resta però da capire se anche NEL MONDO REALE effettivamente stia avvenendo questo, ovvero che una nuova versione del virus si stia diffondendo e lo stia facendo dando meno sintomi e casi gravi.
I ricercatori hanno quindi analizzato tutte le sequenze del virus disponibili alla ricerca di questa variante e, in effetti, l’hanno trovata.
Quante volte? Su un totale di 17.928 genomi virali fin qui raccolti, 78, ovvero lo 0,44%. Questa versione, già di per sé molto rara, risultava inoltre presente solo in alcuni paesi, ad esempio in Italia, Germania ed Austria non è MAI stata trovata.
I ricercatori inoltre non sono stati in grado di dire se questa variante si sia sviluppata in modo indipendente nei paesi in cui è stata trovata o se derivi tutta da un’unica “mutazione” originale. Non sanno nemmeno dire se in effetti questa variante stia diffondendosi nella popolazione. A dire il vero non sanno neanche se dia realmente meno sintomi o se sia più diffusa tra gli asintomatici, come dovrebbe essere se la loro ipotesi fosse corretta. Insomma, non sappiamo ancora quasi niente di questa variante.
Potrebbe fare la fine di molte altre varianti “buone” come quella dove a “mutare” erano state ORF8 o NSP6 (altre parti del virus), e quindi sparire con la stessa velocità con cui è salita agli onori della cronaca, oppure no.
Per saperne di più su queste altre mutazioni vi rimandiamo a questo post di Enrico Bucci https://www.facebook.com/cattiviscienziati/posts/167273448226184
Insomma, per rispondere a questa domanda, scientificamente, c’è ancora tanta strada da fare (ad esempio sequenziare il genoma del virus negli asintomatici, visto che la maggior parte dei genomi oggi disponibili sono di sintomatici).
Quello che per ora è certo è che, sulla base di ciò che sappiamo, questa variante non è una variante rinvenuta nel nostro Paese, quindi, è molto probabile, essendo tra l’altro molto rara anche in quelli in cui è stata trovata, che NON sia responsabile dell’elevato numero di casi asintomatici che stiamo registrando.
L’ipotesi al momento più plausibile è che il basso numero di casi gravi sia soprattutto dovuto al drastico abbassamento dell’età media dei contagiati (da oltre 60 a meno di 40 anni). Si sa infatti che i giovani reggono meglio l’infezione. Il fatto che i numeri stiano comunque crescendo (e anche molto rapidamente) ci deve però mettere in allerta. Non è il momento di abbassare la guardia. Basta un attimo per tornare ad alzare l’età media dei contagi, in particolare al rientro delle ferie magari andando a riabbracciare genitori, nonni e parenti anziani, e ritornare così a riempire le terapie intensive, perché il virus è sempre lui e sta tornando a circolare in modo importante nel Paese.
PS. La mutazione riportata nell’articolo non ha nulla a che vedere con le proteine del virus contro cui stiamo attualmente sviluppando i vaccini. Almeno quello non dovrebbe creare problemi.
L’articolo lo trovate qui: https://www.researchgate.net/publication/343797723_Emerging_of_a_SARS-CoV-2_viral_strain_with_a_deletion_in_nsp1
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Questo post si completa in quest’altro dedicato al rapporto tamponi/sintomatici:
http://www.biotecnologi.org/rapporto-tamponi-sintomatici-da-febbraio-a-agosto-2020/