Firenze 12/11/2018 – ANBI (Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani) e F.I.Bio. (Federazione Italiana Biotecnologi), le associazioni di riferimento dei biotecnologi italiani, sono state invitate ad intervenire al Forum dei giovani Biologi, organizzato dall’Ordine Nazionale dei Biologi lo scorso 8 novembre a Firenze.
Le Associazioni hanno accettato l’invito con l’intento di portare a conoscenza dell’Ordine quanto il corrente sistema ordinistico ancora non garantisca un pieno riconoscimento professionale ed una adeguata valorizzazione dei Laureati in Biotecnologie.
Durante il Forum si è però assistito a un attacco pubblico e diretto alle Associazioni dei Biotecnologi, proveniente in particolare dagli stessi membri dell’Ordine con i quali negli ultimi mesi si è avuta una interlocuzione positiva e pacata.
Tale attacco risulta ancor più incomprensibile alla luce del fatto che le Associazioni hanno più volte ribadito che non è in discussione il fatto che l’Ordine sia e resti l’Istituzione di riferimento per ciò che concerne le attività professionali svolte da biologi e biotecnologi e disciplinate dalla Legge.
Al contrario, l’Ordine dei Biologi sembra non voler riconoscere alle Associazioni dei Biotecnologi il diritto di poter lavorare in piena autonomia affinché le rivendicazioni dei biotecnologi e la loro valorizzazione professionale, dentro e fuori l’Ordine, trovino soddisfazione.
Ordini professionali ed Associazioni di categoria hanno ruoli, prerogative e funzioni differenti e così come non vi possono essere sovrapposizioni non possono esistere nemmeno subordinazioni.
Le Associazioni dei Biotecnologi inoltre trovano particolarmente preoccupanti diverse politiche portate avanti dall’Ordine tra le quali spiccano la volontà:
- di imporre l’obbligo indiscriminato di iscrizione all’Ordine per tutti i laureati in biologia e biotecnologie, inclusi i ricercatori, sia universitari che operanti in industria
- di imporre l’obbligo per le Associazioni di Biologi e Biotecnologi di registrarsi ad un albo speciale presso l’Ordine che prevederà una loro totale subordinazione a quest’ultimo nel loro agire
- di uniformare i percorsi formativi di Biologi e Biotecnologi
- di sostenere ricerche e laboratori quanto mai criticati dalla comunità scientifica, coinvolgendoli peraltro nella formazione di biologi e biotecnologi iscritti all’Ordine.
Alla luce di quanto qui delineato, ANBI e F.I.Bio si riservano di valutare le condizioni necessarie affinché possa aprirsi una nuova fase di dialogo che veda coinvolte con un ruolo di primo piano non solo l’Ordine e le Associazioni di Categoria, ma anche il Coordinamento Nazionale dei Corsi di Laurea in Biotecnologie, le Società Scientifiche, il mondo industriale e tutte le realtà a vario titolo interessate per garantire la più piena valorizzazione delle specificità del biotecnologo, per il bene del Paese.
ANBI e F.I.Bio si batteranno per questo e lavoreranno insieme nel miglior interesse dei biotecnologi, così come garantito dalla Costituzione.